Minimalismo social

Da diversi mesi ho diminuito notevolmente la mia presenza sui social. Francamente non ne sento proprio la mancanza.


Mai più soli

Gli esseri umani sono esseri sociali.

Ecco perché tutti noi abbiamo bisogno di tenerci in contatto con altre persone.

I social fanno affidamento su questa esigenza, offrendo un modo semplice per tenersi in contatto con amici, influencer e così via...

Non c'è niente di male in questo. Ma le piattaforme social sono state create per trattarti come un cliente, non come un utente.

Tutto ciò che fai all'interno (e all'esterno) di quei social viene registrato, aggregato, analizzato e venduto ad altre società per offrirti servizi o prodotti.

Queste grandi aziende tecnologiche realizzano profitti grazie ai tuoi dati.

La prossima volta che utilizzerai un social, pensaci.


Abbiamo davvero bisogno dei social networks?

Bella domanda.

Sicuramente ci sono alcuni vantaggi nell'usare i social, ma allo stesso tempo quali sono i rischi?

Dove inizia la privacy? Quanto valore ha la mia privacy? Sono disposto a fornire i miei dati alle grandi aziende tecnologiche e ai loro software di intelligenza artificiale?

Accetto che degli inserzionisti conoscano le mie preferenze di orientamento politico, sessuale o semplicemente i miei hobby?

Devi rispondere a domande come queste se vuoi decidere se vale la pena usare quei social.


Afghanistan, storia di un fallimento

Ho aspettato un po' di tempo prima di scrivere qualcosa in merito al ritiro delle truppe occidentali ed alla presa del potere talebano in Afghanistan.

Ho ritenuto importante non parlarne subito su questo blog per evitare di rincorrere le notizie del giorno e valutare invece ciò che è accaduto per poter condividere con voi delle valutazioni più ragionate.

Ciò che è accaduto in Afghanistan rappresenta una vera e propria sconfitta dell'occidente e della politica che propugna l'esportazione della democrazia con le armi e con i dollari.

Nonostante i miliardi spesi dagli americani in Afghanistan, nonostante i morti di decine di soldati della coalizione occidentale sono bastati pochi mesi e poche settimane ai talebani per riprendere il potere.

Non bastano dunque le accuse al Pakistan di avere aiutato i talebani nella riconquista del paese a spiegare una debacle simile che nemmeno gli analisti del Pentagono avevano previsto con tale velocità.

Il sedicente stato democratico afgano si è sgretolato come un gigante dai piedi di argilla. Ciò si può spiegare in buona parte con il fatto che in venti anni di occupazione da parte delle truppe occidentali non si è veramente riusciti a proporre una vera e forte alternativa democratica al paese.

Un paese in cui certamente la presenza femminile nella vita sociale ha compiuto passi importanti, ma mai portata completamente a termine tanto che che appena il sostegno americano è venuto a mancare è stata subito messa in discussione dal nuovo regime talebano.

La lezione da imparare è stata importante, non bastano armi e soldi per cambiare un paese.

Cerchiamo di ricordarlo per il futuro, almeno tutti i morti di questi ultimi vent'anni non saranno stati completamente vani.


Rinviato il passaggio al DVB-T2

Tutto da rifare, come spesso accade in Italia in questi casi arriverà un rinvio all'introduzione della nuova tecnologia di trasmissione del digitale terrestre chiamata DVB-T2.

Ne avevo parlato in questo articolo alcuni mesi fa.

La nuova data di entrata in vigore per il nuovo standard televisivo DVB-T2 è ora fissata al 1 gennaio 2023, questo darà alle famiglie più tempo per ammodernare i propri televisori.

In questo caso però la soluzione potrebbe essere peggio del problema. Visto che comunque dal 1 luglio 2022 le frequenze a 700 MHz dovranno essere liberate dal digitale terrestre per essere utilizzate dagli operatori telefonici il risultato sarà che non ci sarà abbastanza banda per poter trasmettere i canali attuali.

Il risultato?

Diversi canali dovranno essere spenti dalle emittenti oppure venire trasmessi con una qualità inferiore a quella attuale.

Insomma le premesse non sono affatto positive, sarà necessario cambiare televisore per vedere meno canali o con meno qualità almeno fino al 2023 quando con il DVB-T2 sarà possibile ovviare a tali problemi...


Alcune considerazioni sul Green Pass

Lo dico subito ed all'inizio dell'articolo: sono d'accordo con l'introduzione di alcune limitazioni per chi sia sprovvisto di Green Pass.

Purtroppo la diffusione della variante delta del Covid-19 impone già sin d'ora di fare delle scelte che abbiano come obbiettivo quello di impedirne il più possibile la sua diffusione.

Occorre quindi da un lato fare in modo che persone non ancora immunizzate possano diffondere il virus, dall'altro incentivare gli indecisi ad aderire alla campagna vaccinale pur senza limitarne la libertà di scelta e di spostamento.

Credo che al momento entrambi questi punti siano stati raggiunti. E' possibile anche per chi non intende vaccinarsi poter ottenere un Green Pass temporaneo grazie ad un tampone, al contempo vengono sollecitati coloro che pur non essendo contrari al vaccino hanno preferito posticipare la loro adesione alla campagna vaccinale.

Penso quindi che il provvedimento preso sia stato molto importante e pur avendo generato alcune proteste sarà di fondamentale importanza nelle prossime settimane al fine di contrastare la diffusione della variante delta.


Calcio in streaming tra opportunità e problemi

DAZN sarà la piattaforma principale nella quale vedere il prossimo campionato di Serie A.

Si tratta di una notizia importante non solamente per l'Italia pallonara ma anche perchè sarà la prova del nove della capacità della nostra infrastruttura tecnologica.

L'opportunità (cavalcata in particolar modo da TIM che ha stretto accordi con Dazn) è quella di portare un contenuto importante come il calcio sulla banda larga, favorendo l'impiego della fibra ottica quale requisito principale per poter fruire del campionato di Serie A.

Quindi non più solo Neflix & Co., ma anche contenuti esclusivi come il calcio della Serie A che possano fare da traino a pacchetti di intrattenimento che di anno in anno diventano sempre più corposi (e costosi).

Restano però sullo sfondo alcuni dubbi tecnici non di poco conto.

Il primo è che il digital divide rimane un grosso problema del nostro paese, che non è fatto solo di grandi città ma da tanti piccoli centri abitati e borghi ancora non coperti da una ADSL decente (altro che fibra ottica...).

La seconda incognita è quella legata alla capacità dell'infrastruttura tecnologica di poter gestire potenzialmente milioni di connessioni streaming in contemporanea in occasione dei big match del campionato.

Saranno importanti da questo punto di vista gli investimenti sia dei broadcaster (Dazon) che degli operatori (TIM, Fastweb etc...).

Il tempo però stringe, il campionato inizia tra meno di un mese.


Philo Vance: miniserie televisiva Rai da riscoprire

La piattaforma Raiplay è ricca di serie televisive e film che hanno fatto la storia della televisione italiana

Come probabilmente saprete la Rai offre un servizio televisivo on demand chiamato Raiplay. Spulciando nel catalogo troviamo diversi film e serie TV del passato che hanno fatto la storia del servizio pubblico e che possono interessare agli appassionati di una televisione che non c'è più.

Tra queste serie televisive c'è anche Philo Vance una serie poliziesca con Giorgio Albertazzi trasmessa nel 1974.

Ecco come viene presentata la serie sul sito Raiplay:

Laureato in filosofia, appassionato d'arte, elegante, raffinato, vanitoso, saccente, investigatore per vocazione, Philo Vance, viene coinvolto dall'amico Johan Markham, procuratore distrettuale di New York, nelle indagini su tre casi di cronaca nera. Il personaggio nato dalla penna di Van Dine rivive sullo schermo grazie all'inappuntabile interpretazione di Giorgio Albertazzi. Tre indagini, ognuna in due puntate, trasmesse dalla Rai nel 1974 ed accolte dal favore del grande pubblico.

Si tratta di una serie televisiva che consiglio caldamente a chi ha voglia di guardare qualcosa di estremamente diverso dalle serie TV oggi in voga.


ResQ: una nuova nave per soccorrere i naufraghi nel Mediterraneo

Un progetto nato dalla società civile per chi non vuole rimanere indifferente alle morti nel Mediterraneo

Oggi vorrei parlarvi di ResQ – People Saving People, una associazione nata lo scorso anno che si pone come obiettivo quello di mettere in mare un'altra nave che possa salvare le vite umane di chi affronta un pericoloso viaggio verso l'Europa.

Presidente onorario dell'associazione è Gherardo Colombo che ha deciso di impegnarsi in prima persona per fermare la strage silenziosa di chi sta trovando la morte nel nostro mar Mediterraneo.

Ritengo sia un dovere di tutti ribadire l'obbligo morale di rispettare la vita di qualsiasi persona, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione e dalla nazionalità.

Io ci sono.


Microchip e batterie al litio, un problema da risolvere

La produzione extra EU di alcuni elementi fondamentali per lo sviluppo di nostri prodotti ci rende vulnerabili.

Recentemente si è parlato di quanto la carenza di microchip stia colpendo il settore automobilistico (e non solo).

Le conseguenze della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, unitamente alla concentrazione in oriente della produzione dei microchip sta convincendo sempre di più della necessità di avviare una produzione in Europa di tali componenti per poter far fronte a crisi come quella attuale.

Quello dei microprocessori però non è l'unico problema da affrontare, anche quello dell'approvvigionamento di batterie al litio diventerà nel medio periodo uno scoglio da superare.

Per la transizione ecologica verso una industria automotive basata sull'elettrico sarà fondamentale poter garantire la produzione di batterie anche su suolo europeo.

Infatti la necessità di dipendere da produzioni estere di tali componenti fondamentali e critiche per lo sviluppo dell'economia verde del futuro ne rende prioritario affrontarne il problema.


Sono flexitariano?

Recentemente ho scoperto il termine “flexitariano”.

A volte mi sembra d'essere un po' fuori dal mondo, specialmente quando scopro questi termini particolari che non ho mai sentito altrove.

Ma torniamo al termine flexitariano. Si tratta di una pratica alimentare che fa parte del semivegetarianismo, ovvero di coloro che cercano di diminuire il consumo di prodotti di origine animale senza eliminarli del tutto dalla loro alimentazione.

In particolare la dieta flexitariana o part-time vegetariana è un tipo di alimentazione prevalentemente vegetale che consente, solo occasionalmente, l'uso di cibi di provenienza animale.

Messa in questi termini non penso di potermi ritenere in flexitariano DOC, tuttavia negli ultimi anni ho cercato di ridurre (non di eliminare!) il consumo di carne.

Penso che questo sia un buon compromesso per chi non è disposto ad abbandonare totalmente un regime alimentare che comprende prodotti di origine animale e chi è convinto del contrario.

Credo che per raggiungere gli obiettivi climatici e per consentire di alimentare la crescente popolazione mondiale sarà necessario sempre più adottare degli stili alimentari diversi da quelli del nostro passato.

Non sarà semplice, ma penso che parlarne come sto facendo io sia un primo importante passo in tale direzione.


Dai social network al blog

In principio vi erano i blog. Poi con l'avvento di Facebook e degli altri social network molti blog furono abbandonati in favore di queste nuove piattaforme in cui condividere facilmente immagini, video, testi etc... Il successo dei social perdura ancora oggi tra vari problemi di privacy e di algoritmi.

Personalmente sto facendo il percorso inverso e cioè tentare di limitare l'utilizzo dei social in favore del blog.

Non è semplice ma posso già anticipare che tra i vari effetti positivi vi renderete conto di:

  • scoprire quanto tempo avete a disposizione senza che lo perdiate vagando senza meta sui social;
  • leggere molti meno post infarciti di informazioni inutili o false;
  • essere più rilassati;
  • utilizzare meno lo smartphone.

Insomma, per quanto mi riguarda vale la pena provare. Assicuratevi però di bloccare le notifiche sullo smartphone per tutte le applicazioni social.


Lo scraping dei dati personali

Recentemente si è parlato molto dei dati trafugati da Facebook e Linkedin tramite la tecnica dello scraping.

In realtà queste informazioni non sono state ottenute tramite degli attacchi informatici veri e propri contro queste piattaforme.

Semplificando al massimo possiamo dire che i dati personali di milioni di persone sono stati recuperati tramite tecniche particolari in grado di estrapolare tramite motori di ricerca o bot informazioni pubbliche rastrellate online, aggregandole e creando un enorme database contenente tutto questo.

Ciò dovrebbe indurci a pensare quanto le nostre vite digitali siano facilmente accessibili ad occhi indiscreti.

Non bastano leggi e norme sulla privacy quando siamo noi stessi a dare il consenso a rendere pubbliche certe informazioni private.


Il protocollo Matter sarà il nuovo standard per le smart home

Semplicità, interoperabilità, affidabilità e sicurezza sono le basi del nuovo standard chiamato Matter che sarà in grado di far interagire assieme dispositivi di produttori diversi all'interno delle smart home.

Creare uno standard “universale” è molto importante in quanto consente finalmente di poter gestire in modo semplificato i diversi apparati smart che sempre più prepotentemente stanno entrando nelle nostre case.

Il lavoro da fare è probabilmente ancora tanto, ma perlomeno un primo importante e concreto passo è stato intrapreso nella direzione di rendere questi dispositivi realmente più intelligenti e sicuri.

Per maggiori informazioni su questo nuovo standard: https://buildwithmatter.com/


Algoritmocrazia

Gli algoritmi stanno diventando sempre più importanti nell'era dell'informazione connessa.

Decidono in modo automatico quali contenuti mostrarvi nella homepage di Youtube, quali canzoni suggerirvi su Spotify, quali siti inserire per primi nelle vostre ricerche su Google, quali post su Facebook, Twitter, Instagram farvi vedere.

Ovviamente ciò che viene mostrato dovrebbe essere pertinente ai vostri interessi (ma soprattutto a quelli della piattaforma e degli inserzionisti), ed è quindi per questo che è facile passare un sacco di tempo su queste piattaforme senza quasi rendersene conto.

Un effetto collaterale di questi algoritmi è che tendendo ad evidenziarvi sempre contenuti simili a quelli che avete già visto sono in grado di chiudervi in una sorta di “bolla informativa”.

Per questo chi guarda contenuti terrapiattisti tenderà a vedersi proposti contenuti inerenti a questo argomento, stesso discorso per quanto riguarda i no vax o i complottisti.

Credo che per questa ragione le piattaforme che utilizzano algoritmi di questo tipo debbano assumersi delle responsabilità di fronte ai governi, agli utenti ed agli inserzionisti stessi.

Senza una maggiore presa di coscienza di questo problema non potranno essere intraprese delle misure correttive che consentano una maggiore libertà di informazione per gli utenti stessi di queste piattaforme.


Antropocene

Recentemente ho scoperto una nuova parola di cui non avevo mai sentito parlare: antropocene.

Questa la definizione estratta da Wikipedia:

L'Antropocene è una proposta epoca geologica, nella quale l'essere umano con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad incidere su processi geologici.

Probabilmente sentiremo questo termine sempre più spesso data la crescente sensibilità nei confronti della sostenibilità ambientale.

Sicuramente la presenza umana modifica per definizione l'ambiente in cui vive. Infatti oggi studiamo gli effetti delle nostre attività antropiche sul nostro pianeta, diventa quindi ancora più importante valutare come l'impatto umano possa essere ridotto allo stretto necessario cercando di diventare il più sostenibile possibile.


Seaspiracy

Seaspiracy è un film / documentario pubblicato su Netflix nel marzo di quest'anno.

Questo docufilm controverso intende informare l'opinione pubblica su come e quanto lo sfruttamento commerciale dei mari stia producendo enormi ed irreparabili danni all'ecosistema marino.

Il documentario mostra scene molto crude e lascia intendere che vi sia una sorta di complotto per non far sapere quale sia il vero problema ecologico del pianeta: la pesca intensiva.

Personalmente non credo nei complotti. Certamente sono tanti i problemi sollevati dagli autori del documentario e credo che valga la pena approfondire ulteriormente questi temi proprio alla luce delle tesi sollevate nel film.


Riscoprire il territorio

Tra le tante cose che questo anno di pandemia ci ha insegnato c'è la riscoperta del territorio vicino a casa.

Perlomeno è quello che personalmente ho sperimentato.

Non che non conoscessi il mio territorio, anzi spesso assieme a mia moglie abbiamo girovagato per il paesi della provincia di Como e di quella di Varese visitando piccoli borghi e scoprendo storie, sentieri e perle artistiche poco conosciute.

Nell'annus horribilis del turismo e del viaggiare, tra lockdown e zone rosse riscoprire sentieri dietro casa è stato molto bello e mi ha fatto riflettere su quanta ricchezza il nostro territorio ha da offrire e che spesso non siamo in grado di apprezzare.

Siamo stati un popolo di conquistatori, artisti e navigatori e forse siamo troppo abituati alla bellezza del nostro paese per poterlo apprezzare sempre nel miglior modo.

Del resto se visitare l'Italia è il sogno di milioni di turisti in tutto il mondo un motivo ci sarà...


La gioia di scrivere

Trovo particolarmente bello avere uno spazio online al di fuori dei social nel quale scrivere di ciò che voglio (e quando voglio).

Scrivere mi aiuta a riordinare i pensieri, rilassarmi ed a mantenere una certa vena creativa.

Bastano poche righe per vederne gli effetti positivi.

Non sono mai riuscito a tenere un diario personale cartaceo ed un blog a pensarci bene è qualcosa di molto simile.

Il problema principale è quello di mantenere una certa costanza nel pubblicare i propri articoli. Non sempre è facile considerato che al giorno d'oggi siamo tutti pieni di impegni.

Ci proverò, tenendo presente che scrivere deve essere una gioia, non una costrizione.


Tanto streaming, poca qualità

Recentemente ho riflettuto parecchio su quanto stiano spopolando i servizi di streaming video.

Nel giro di pochi anni si sono letteralmente moltiplicate le proposte: Netflix, Prime Video, Apple TV+, Disney+, Discovery+, Now, Infinity, Tim Vision, Starzplay etc...

Una vera e propria giungla di abbonamenti che stanno riscontrando sempre più favore tra le nuove generazioni e contemporaneamente mettendo in difficoltà business consolidati come la pay tv via satellite.

In tutto questo cambiamento ho però notato un sempre maggiore appiattimento dell'offerta di queste piattaforme.

Ci sono moltissime serie TV su ciascun catalogo di queste piattaforme, ma faccio sempre più fatica a trovare qualcosa di realmente interessante ed originale che vada la pena vedere.

Non trovate anche voi che ci sia una sorta di appiattimento verso il basso nella qualità offerta da questi servizi?