Algoritmocrazia
Gli algoritmi stanno diventando sempre più importanti nell'era dell'informazione connessa.
Decidono in modo automatico quali contenuti mostrarvi nella homepage di Youtube, quali canzoni suggerirvi su Spotify, quali siti inserire per primi nelle vostre ricerche su Google, quali post su Facebook, Twitter, Instagram farvi vedere.
Ovviamente ciò che viene mostrato dovrebbe essere pertinente ai vostri interessi (ma soprattutto a quelli della piattaforma e degli inserzionisti), ed è quindi per questo che è facile passare un sacco di tempo su queste piattaforme senza quasi rendersene conto.
Un effetto collaterale di questi algoritmi è che tendendo ad evidenziarvi sempre contenuti simili a quelli che avete già visto sono in grado di chiudervi in una sorta di “bolla informativa”.
Per questo chi guarda contenuti terrapiattisti tenderà a vedersi proposti contenuti inerenti a questo argomento, stesso discorso per quanto riguarda i no vax o i complottisti.
Credo che per questa ragione le piattaforme che utilizzano algoritmi di questo tipo debbano assumersi delle responsabilità di fronte ai governi, agli utenti ed agli inserzionisti stessi.
Senza una maggiore presa di coscienza di questo problema non potranno essere intraprese delle misure correttive che consentano una maggiore libertà di informazione per gli utenti stessi di queste piattaforme.
This post also appeared on: