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Renatino e lo spot del Grana Padano

“Parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli” (Oscar Wilde)

A prendere per buona la citazione di Oscar Wilde lo spot del Grana Padano ha raggiunto il suo obiettivo, purtroppo però penso che gli esperti di marketing abbiano qualcosa da ridire in merito.

Nell'epoca social è facile cadere in errore se non si valutano adeguatamente le sensibilità del proprio pubblico.

Mai più soli

Gli esseri umani sono esseri sociali.

Ecco perché tutti noi abbiamo bisogno di tenerci in contatto con altre persone.

I social fanno affidamento su questa esigenza, offrendo un modo semplice per tenersi in contatto con amici, influencer e così via...

Non c'è niente di male in questo. Ma le piattaforme social sono state create per trattarti come un cliente, non come un utente.

Tutto ciò che fai all'interno (e all'esterno) di quei social viene registrato, aggregato, analizzato e venduto ad altre società per offrirti servizi o prodotti.

Queste grandi aziende tecnologiche realizzano profitti grazie ai tuoi dati.

La prossima volta che utilizzerai un social, pensaci.

Abbiamo davvero bisogno dei social networks?

Bella domanda.

Sicuramente ci sono alcuni vantaggi nell'usare i social, ma allo stesso tempo quali sono i rischi?

Dove inizia la privacy? Quanto valore ha la mia privacy? Sono disposto a fornire i miei dati alle grandi aziende tecnologiche e ai loro software di intelligenza artificiale?

Accetto che degli inserzionisti conoscano le mie preferenze di orientamento politico, sessuale o semplicemente i miei hobby?

Devi rispondere a domande come queste se vuoi decidere se vale la pena usare quei social.

Afghanistan, storia di un fallimento

Ho aspettato un po' di tempo prima di scrivere qualcosa in merito al ritiro delle truppe occidentali ed alla presa del potere talebano in Afghanistan.

Ho ritenuto importante non parlarne subito su questo blog per evitare di rincorrere le notizie del giorno e valutare invece ciò che è accaduto per poter condividere con voi delle valutazioni più ragionate.

Ciò che è accaduto in Afghanistan rappresenta una vera e propria sconfitta dell'occidente e della politica che propugna l'esportazione della democrazia con le armi e con i dollari.

Nonostante i miliardi spesi dagli americani in Afghanistan, nonostante i morti di decine di soldati della coalizione occidentale sono bastati pochi mesi e poche settimane ai talebani per riprendere il potere.

Non bastano dunque le accuse al Pakistan di avere aiutato i talebani nella riconquista del paese a spiegare una debacle simile che nemmeno gli analisti del Pentagono avevano previsto con tale velocità.

Il sedicente stato democratico afgano si è sgretolato come un gigante dai piedi di argilla. Ciò si può spiegare in buona parte con il fatto che in venti anni di occupazione da parte delle truppe occidentali non si è veramente riusciti a proporre una vera e forte alternativa democratica al paese.

Un paese in cui certamente la presenza femminile nella vita sociale ha compiuto passi importanti, ma mai portata completamente a termine tanto che che appena il sostegno americano è venuto a mancare è stata subito messa in discussione dal nuovo regime talebano.

La lezione da imparare è stata importante, non bastano armi e soldi per cambiare un paese.

Cerchiamo di ricordarlo per il futuro, almeno tutti i morti di questi ultimi vent'anni non saranno stati completamente vani.

Rinviato il passaggio al DVB-T2

Tutto da rifare, come spesso accade in Italia in questi casi arriverà un rinvio all'introduzione della nuova tecnologia di trasmissione del digitale terrestre chiamata DVB-T2.

Ne avevo parlato in questo articolo alcuni mesi fa.

La nuova data di entrata in vigore per il nuovo standard televisivo DVB-T2 è ora fissata al 1 gennaio 2023, questo darà alle famiglie più tempo per ammodernare i propri televisori.

In questo caso però la soluzione potrebbe essere peggio del problema. Visto che comunque dal 1 luglio 2022 le frequenze a 700 MHz dovranno essere liberate dal digitale terrestre per essere utilizzate dagli operatori telefonici il risultato sarà che non ci sarà abbastanza banda per poter trasmettere i canali attuali.

Il risultato?

Diversi canali dovranno essere spenti dalle emittenti oppure venire trasmessi con una qualità inferiore a quella attuale.

Insomma le premesse non sono affatto positive, sarà necessario cambiare televisore per vedere meno canali o con meno qualità almeno fino al 2023 quando con il DVB-T2 sarà possibile ovviare a tali problemi...

Alcune considerazioni sul Green Pass

Lo dico subito ed all'inizio dell'articolo: sono d'accordo con l'introduzione di alcune limitazioni per chi sia sprovvisto di Green Pass.

Purtroppo la diffusione della variante delta del Covid-19 impone già sin d'ora di fare delle scelte che abbiano come obbiettivo quello di impedirne il più possibile la sua diffusione.

Occorre quindi da un lato fare in modo che persone non ancora immunizzate possano diffondere il virus, dall'altro incentivare gli indecisi ad aderire alla campagna vaccinale pur senza limitarne la libertà di scelta e di spostamento.

Credo che al momento entrambi questi punti siano stati raggiunti. E' possibile anche per chi non intende vaccinarsi poter ottenere un Green Pass temporaneo grazie ad un tampone, al contempo vengono sollecitati coloro che pur non essendo contrari al vaccino hanno preferito posticipare la loro adesione alla campagna vaccinale.

Penso quindi che il provvedimento preso sia stato molto importante e pur avendo generato alcune proteste sarà di fondamentale importanza nelle prossime settimane al fine di contrastare la diffusione della variante delta.

Calcio in streaming tra opportunità e problemi

DAZN sarà la piattaforma principale nella quale vedere il prossimo campionato di Serie A.

Si tratta di una notizia importante non solamente per l'Italia pallonara ma anche perchè sarà la prova del nove della capacità della nostra infrastruttura tecnologica.

L'opportunità (cavalcata in particolar modo da TIM che ha stretto accordi con Dazn) è quella di portare un contenuto importante come il calcio sulla banda larga, favorendo l'impiego della fibra ottica quale requisito principale per poter fruire del campionato di Serie A.

Quindi non più solo Neflix & Co., ma anche contenuti esclusivi come il calcio della Serie A che possano fare da traino a pacchetti di intrattenimento che di anno in anno diventano sempre più corposi (e costosi).

Restano però sullo sfondo alcuni dubbi tecnici non di poco conto.

Il primo è che il digital divide rimane un grosso problema del nostro paese, che non è fatto solo di grandi città ma da tanti piccoli centri abitati e borghi ancora non coperti da una ADSL decente (altro che fibra ottica...).

La seconda incognita è quella legata alla capacità dell'infrastruttura tecnologica di poter gestire potenzialmente milioni di connessioni streaming in contemporanea in occasione dei big match del campionato.

Saranno importanti da questo punto di vista gli investimenti sia dei broadcaster (Dazon) che degli operatori (TIM, Fastweb etc...).

Il tempo però stringe, il campionato inizia tra meno di un mese.

Philo Vance: miniserie televisiva Rai da riscoprire

La piattaforma Raiplay è ricca di serie televisive e film che hanno fatto la storia della televisione italiana

Come probabilmente saprete la Rai offre un servizio televisivo on demand chiamato Raiplay. Spulciando nel catalogo troviamo diversi film e serie TV del passato che hanno fatto la storia del servizio pubblico e che possono interessare agli appassionati di una televisione che non c'è più.

Tra queste serie televisive c'è anche Philo Vance una serie poliziesca con Giorgio Albertazzi trasmessa nel 1974.

Ecco come viene presentata la serie sul sito Raiplay:

Laureato in filosofia, appassionato d'arte, elegante, raffinato, vanitoso, saccente, investigatore per vocazione, Philo Vance, viene coinvolto dall'amico Johan Markham, procuratore distrettuale di New York, nelle indagini su tre casi di cronaca nera. Il personaggio nato dalla penna di Van Dine rivive sullo schermo grazie all'inappuntabile interpretazione di Giorgio Albertazzi. Tre indagini, ognuna in due puntate, trasmesse dalla Rai nel 1974 ed accolte dal favore del grande pubblico.

Si tratta di una serie televisiva che consiglio caldamente a chi ha voglia di guardare qualcosa di estremamente diverso dalle serie TV oggi in voga.