Gli USA non riescono a bloccare gli hacker cinesi dai loro telefoni
Secondo la Electronic Frontier Foundation il gruppo avrebbe sfruttato delle backdoor solitamente utilizzate dalle agenzie investigative americane per le intercettazioni
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Breve storia del web e del perché (spero) in futuro vinceranno le relazioni
Vi hanno sempre detto che il Web è gratuito e che potete accedere a miliardi di informazioni senza alcun costo. Vi hanno mentito.
Io stesso ad esempio per mantenere questo sito web devo pagare il dominio ed il servizio di hosting che ospita queste pagine. Per me è una sorta di hobby, mi piace ed in cambio non vi chiedo di pagare nulla. Il vostro unico “costo” è unicamente quello di investire un po’ di tempo nella lettura di quello che scrivo.
All’inizio Internet era proprio questo: un luogo dove istituzioni pubbliche, ricercatori e hobbisti pubblicavano pagine web per divertimento oppure mantenevano BBS, forum, partecipavano a mailing-list e pubblicavano i propri annunci su newsgroup più o meno di nicchia.
Poi sono arrivati i motori di ricerca che promettevano di organizzare le informazioni online in modo tale da rendere più fruibile il recupero di contenuti presenti nella rete.
A questo punto molti si sono accorti che, comparendo in cima alle ricerche, potevano avere più visibilità di altri e hanno iniziato a scrivere non soltanto per passione, ma anche per denaro (attenzione, non c’è nulla di male in questo!). Nascono i primi blog, i siti informativi ed iniziano a fiorire gli e-commerce. I motori di ricerca si rendono presto conto di avere in mano la chiave di accesso alle informazioni: per coprire i costi dei loro servizi ed iniziare a guadagnare, incominciano a privilegiare alcuni contenuti rispetto ad altri, inserendo delle pubblicità all’interno dei risultati delle ricerche e usando dei banner pubblicitari remunerativi. Ci guadagna l’inserzionista che vede aumentare il traffico sul proprio sito web e di conseguenza riesce a monetizzare i propri sforzi, ci guadagna il sito web che inserisce la pubblicità venendo pagato per il numero di click ed il numero di visualizzazioni del banner e ci guadagna il gestore del circuito pubblicitario che spesso è colui che intasca più soldi degli altri.
Ad un certo punto nascono i social network: promettono di metterci in contatto con i nostri amici, parenti e compagni di classe gratuitamente. Dunque perché non farsi un account e spammare i nostri contatti chiedendo di entrare anche loro in questi nuovi e bellissimi servizi? Man mano che diventano sempre più grandi questi social network iniziano a cercare modi per poter stare in piedi economicamente. In realtà non è molto difficile: conoscono già le vostre preferenze, i vostri dati anagrafici, i vostri amici, inoltre possono estrapolare informazioni da quello che postate e condividete. Le pubblicità non sono più generaliste, diventano mirate, targettizzate così che possiate comprare quel bellissimo ciondolo vintage tanto di moda o la pappa multivitaminica per il vostro gatto.
Ormai la transizione è completa: state passando dall’essere degli utenti del web a dei potenziali clienti da accalappiare in qualche modo.
Manca ancora qualcosa però.
Orientarsi tra tutte le proposte non è semplice ed i social network hanno creato dei super-utenti che sono seguiti da migliaia di follower. Perché non sfruttare la loro notorietà? Ecco che queste figure chiamate influencer entrano in scena. Le aziende capiscono che possono utilizzarli come dei moderni piazzisti. Fioriscono collaborazioni e link di affiliazione.
Come se non bastasse nascono nuovi servizi online che servono per gestire altri servizi che si poggiano su altri servizi. Fiorisce la “subscription economy”.
Ma non era tutto gratis?
Nel frattempo la tecnologia avanza ed arriviamo ai giorni nostri. L’Intelligenza Artificiale inizia a spuntare un po’ ovunque e per pagarne il costo (che strano eh???) ci sono altri abbonamenti da sottoscrivere e già si parla dell’inserimento di pubblicità a pagamento nelle risposte dell’Intelligenza Artificiale stessa.
Come abbiamo smesso di aprire un enciclopedia in formato cartaceo al posto di Wikipedia, presto smetteremo di navigare sul web visto che l’Intelligenza Artificiale ci consegnerà una risposta fatta e finita senza fare la fatica di andarci a spulciare qualche sito online.
Iniziano a tremare le fondamenta del web?
Un sito famoso come Badtaste ha da poco comunicato la cessazione delle proprie pubblicazioni dopo circa 20 anni.
Creare un Fake Influencer è un gioco per ragazzi, molti si stanno già cimentando anche in questo. Produrre contenuti tramite l’Intelligenza Artificiale è infatti semplicissimo ed il rischio ormai è quello di far generare dall’IA materiale sulla base di altro materiale precedentemente generato sempre dall’IA. In pratica stiamo entrando in un loop infinito di contenuti non pensati e generati dall’uomo.
Internet è finito?
Forse, ma credo che possiamo ancora fare in tempo a salvarlo. Coltivate relazioni con altri utenti, pubblicate contenuti vostri, pensate con la vostra testa, non uniformatevi e partecipate in modo personale ed unico alla rete.
Ho deciso che d’ora in avanti quasi la totalità di quanto pubblicherò passerà attraverso il mio blog. Al fine di favorire la discussione e l’interazione al termine di ogni articolo sul mio blog sarà possibile vedere i social dove il post è comparso e cliccarci sopra per poter conversare. 😉
Lo scioglimento dei ghiacciai costringe a ridisegnare i confini
Questo è un articolo di qualche tempo fa e me l’ero completamente perso: Svizzera ed Italia stanno ridisegnando i confini nazionali a causa dello scioglimento dei ghiacci.
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Non esiste una icona di condivisione standard
Ci sono dei simboli che usiamo all’interno di App e siti web che hanno un significato condiviso, ciò però non vale per il pulsante di condivisione.
Ne esistono di diversi tipi ed è facile fare confusione… 🙄
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Small Language Models
There is a lot of hype around LLM (Large Language Models), the technology behind artificial intelligence, but less interest in SLM (Small Language Models).
I think this is due to the fact that LLM can use cloud services to be used anywhere (you just need an internet connection).
But there are scenarios where there is no connection available or you want to avoid using the cloud for privacy reasons.
That’s why I believe Small Language Models is a very promising technology.
Think about small devices that can use specialized SLM to do things without being connected to the web. Another case study can be smartphones that use local artificial intelligence (on the device) without having to send their data to a cloud server.
Small Language Models can perform very specific tasks, providing people and companies with an off-grid solution.
It’s a very interesting technology and I’m very curious to see how it will be implemented.
Il mattino ha l’oro in bocca come si suol dire! 🙊
Visto che vorrei condividere più spesso nel fediverso collegamenti ad articoli interessanti senza però “intasare” il mio blog principale ho pensato di creare un Linklog sfruttando un bel dominio di terzo livello dedicato. 😉
Pay now and we'll see later
Recently, there has been a terrible trend in the tech industry: selling devices that WILL have great features. You pay them now, and they promise to bring you new functionalities in the future.
Rabbit R1, Humane AI Pin, Apple AI enabled features, Copilot+ PCs are only few examples of that.
It’s a shame that market is accepting this way of selling unfinished products.