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ResQ: una nuova nave per soccorrere i naufraghi nel Mediterraneo

Un progetto nato dalla società civile per chi non vuole rimanere indifferente alle morti nel Mediterraneo

Oggi vorrei parlarvi di ResQ – People Saving People, una associazione nata lo scorso anno che si pone come obiettivo quello di mettere in mare un'altra nave che possa salvare le vite umane di chi affronta un pericoloso viaggio verso l'Europa.

Presidente onorario dell'associazione è Gherardo Colombo che ha deciso di impegnarsi in prima persona per fermare la strage silenziosa di chi sta trovando la morte nel nostro mar Mediterraneo.

Ritengo sia un dovere di tutti ribadire l'obbligo morale di rispettare la vita di qualsiasi persona, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione e dalla nazionalità.

Io ci sono.

Microchip e batterie al litio, un problema da risolvere

La produzione extra EU di alcuni elementi fondamentali per lo sviluppo di nostri prodotti ci rende vulnerabili.

Recentemente si è parlato di quanto la carenza di microchip stia colpendo il settore automobilistico (e non solo).

Le conseguenze della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, unitamente alla concentrazione in oriente della produzione dei microchip sta convincendo sempre di più della necessità di avviare una produzione in Europa di tali componenti per poter far fronte a crisi come quella attuale.

Quello dei microprocessori però non è l'unico problema da affrontare, anche quello dell'approvvigionamento di batterie al litio diventerà nel medio periodo uno scoglio da superare.

Per la transizione ecologica verso una industria automotive basata sull'elettrico sarà fondamentale poter garantire la produzione di batterie anche su suolo europeo.

Infatti la necessità di dipendere da produzioni estere di tali componenti fondamentali e critiche per lo sviluppo dell'economia verde del futuro ne rende prioritario affrontarne il problema.

Sono flexitariano?

Recentemente ho scoperto il termine “flexitariano”.

A volte mi sembra d'essere un po' fuori dal mondo, specialmente quando scopro questi termini particolari che non ho mai sentito altrove.

Ma torniamo al termine flexitariano. Si tratta di una pratica alimentare che fa parte del semivegetarianismo, ovvero di coloro che cercano di diminuire il consumo di prodotti di origine animale senza eliminarli del tutto dalla loro alimentazione.

In particolare la dieta flexitariana o part-time vegetariana è un tipo di alimentazione prevalentemente vegetale che consente, solo occasionalmente, l'uso di cibi di provenienza animale.

Messa in questi termini non penso di potermi ritenere in flexitariano DOC, tuttavia negli ultimi anni ho cercato di ridurre (non di eliminare!) il consumo di carne.

Penso che questo sia un buon compromesso per chi non è disposto ad abbandonare totalmente un regime alimentare che comprende prodotti di origine animale e chi è convinto del contrario.

Credo che per raggiungere gli obiettivi climatici e per consentire di alimentare la crescente popolazione mondiale sarà necessario sempre più adottare degli stili alimentari diversi da quelli del nostro passato.

Non sarà semplice, ma penso che parlarne come sto facendo io sia un primo importante passo in tale direzione.

Dai social network al blog

In principio vi erano i blog. Poi con l'avvento di Facebook e degli altri social network molti blog furono abbandonati in favore di queste nuove piattaforme in cui condividere facilmente immagini, video, testi etc... Il successo dei social perdura ancora oggi tra vari problemi di privacy e di algoritmi.

Personalmente sto facendo il percorso inverso e cioè tentare di limitare l'utilizzo dei social in favore del blog.

Non è semplice ma posso già anticipare che tra i vari effetti positivi vi renderete conto di:

  • scoprire quanto tempo avete a disposizione senza che lo perdiate vagando senza meta sui social;
  • leggere molti meno post infarciti di informazioni inutili o false;
  • essere più rilassati;
  • utilizzare meno lo smartphone.

Insomma, per quanto mi riguarda vale la pena provare. Assicuratevi però di bloccare le notifiche sullo smartphone per tutte le applicazioni social.

Lo scraping dei dati personali

Recentemente si è parlato molto dei dati trafugati da Facebook e Linkedin tramite la tecnica dello scraping.

In realtà queste informazioni non sono state ottenute tramite degli attacchi informatici veri e propri contro queste piattaforme.

Semplificando al massimo possiamo dire che i dati personali di milioni di persone sono stati recuperati tramite tecniche particolari in grado di estrapolare tramite motori di ricerca o bot informazioni pubbliche rastrellate online, aggregandole e creando un enorme database contenente tutto questo.

Ciò dovrebbe indurci a pensare quanto le nostre vite digitali siano facilmente accessibili ad occhi indiscreti.

Non bastano leggi e norme sulla privacy quando siamo noi stessi a dare il consenso a rendere pubbliche certe informazioni private.

Il protocollo Matter sarà il nuovo standard per le smart home

Semplicità, interoperabilità, affidabilità e sicurezza sono le basi del nuovo standard chiamato Matter che sarà in grado di far interagire assieme dispositivi di produttori diversi all'interno delle smart home.

Creare uno standard “universale” è molto importante in quanto consente finalmente di poter gestire in modo semplificato i diversi apparati smart che sempre più prepotentemente stanno entrando nelle nostre case.

Il lavoro da fare è probabilmente ancora tanto, ma perlomeno un primo importante e concreto passo è stato intrapreso nella direzione di rendere questi dispositivi realmente più intelligenti e sicuri.

Per maggiori informazioni su questo nuovo standard: https://buildwithmatter.com/

Algoritmocrazia

Gli algoritmi stanno diventando sempre più importanti nell'era dell'informazione connessa.

Decidono in modo automatico quali contenuti mostrarvi nella homepage di Youtube, quali canzoni suggerirvi su Spotify, quali siti inserire per primi nelle vostre ricerche su Google, quali post su Facebook, Twitter, Instagram farvi vedere.

Ovviamente ciò che viene mostrato dovrebbe essere pertinente ai vostri interessi (ma soprattutto a quelli della piattaforma e degli inserzionisti), ed è quindi per questo che è facile passare un sacco di tempo su queste piattaforme senza quasi rendersene conto.

Un effetto collaterale di questi algoritmi è che tendendo ad evidenziarvi sempre contenuti simili a quelli che avete già visto sono in grado di chiudervi in una sorta di “bolla informativa”.

Per questo chi guarda contenuti terrapiattisti tenderà a vedersi proposti contenuti inerenti a questo argomento, stesso discorso per quanto riguarda i no vax o i complottisti.

Credo che per questa ragione le piattaforme che utilizzano algoritmi di questo tipo debbano assumersi delle responsabilità di fronte ai governi, agli utenti ed agli inserzionisti stessi.

Senza una maggiore presa di coscienza di questo problema non potranno essere intraprese delle misure correttive che consentano una maggiore libertà di informazione per gli utenti stessi di queste piattaforme.

Antropocene

Recentemente ho scoperto una nuova parola di cui non avevo mai sentito parlare: antropocene.

Questa la definizione estratta da Wikipedia:

L'Antropocene è una proposta epoca geologica, nella quale l'essere umano con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad incidere su processi geologici.

Probabilmente sentiremo questo termine sempre più spesso data la crescente sensibilità nei confronti della sostenibilità ambientale.

Sicuramente la presenza umana modifica per definizione l'ambiente in cui vive. Infatti oggi studiamo gli effetti delle nostre attività antropiche sul nostro pianeta, diventa quindi ancora più importante valutare come l'impatto umano possa essere ridotto allo stretto necessario cercando di diventare il più sostenibile possibile.

Seaspiracy

Seaspiracy è un film / documentario pubblicato su Netflix nel marzo di quest'anno.

Questo docufilm controverso intende informare l'opinione pubblica su come e quanto lo sfruttamento commerciale dei mari stia producendo enormi ed irreparabili danni all'ecosistema marino.

Il documentario mostra scene molto crude e lascia intendere che vi sia una sorta di complotto per non far sapere quale sia il vero problema ecologico del pianeta: la pesca intensiva.

Personalmente non credo nei complotti. Certamente sono tanti i problemi sollevati dagli autori del documentario e credo che valga la pena approfondire ulteriormente questi temi proprio alla luce delle tesi sollevate nel film.

Riscoprire il territorio

Tra le tante cose che questo anno di pandemia ci ha insegnato c'è la riscoperta del territorio vicino a casa.

Perlomeno è quello che personalmente ho sperimentato.

Non che non conoscessi il mio territorio, anzi spesso assieme a mia moglie abbiamo girovagato per il paesi della provincia di Como e di quella di Varese visitando piccoli borghi e scoprendo storie, sentieri e perle artistiche poco conosciute.

Nell'annus horribilis del turismo e del viaggiare, tra lockdown e zone rosse riscoprire sentieri dietro casa è stato molto bello e mi ha fatto riflettere su quanta ricchezza il nostro territorio ha da offrire e che spesso non siamo in grado di apprezzare.

Siamo stati un popolo di conquistatori, artisti e navigatori e forse siamo troppo abituati alla bellezza del nostro paese per poterlo apprezzare sempre nel miglior modo.

Del resto se visitare l'Italia è il sogno di milioni di turisti in tutto il mondo un motivo ci sarà...