Scegliere il giusto applicativo
Gli strumenti informatici sono sicuramente un potentissimo e valido aiuto per molte delle nostre attività quotidiane, possono aumentare la nostra produttività e semplificarci la vita.
Esiste però anche un “lato oscuro” di cui non si parla spesso.
Applicativi come Notion (non ce l’ho con loro, lo cito solo perché è un tool molto alla moda) consentono di gestire progetti molto complessi in maniera versatile e con grande libertà di configurazione.
Il fatto è che probabilmente al di fuori della vostra attività lavorativa sono strumenti che non sfrutterete mai appieno.
La conseguenza è che vi troverete sommersi da un sacco di opzioni / personalizzazioni / dati da inserire che dovrete gestire nel tempo.
Il rischio è quello di perdere più tempo nell’organizzazione del vostro sistema di quello che guadagnate dal suo utilizzo.
A me è successo più di una volta e da allora quando sento citati questi strumenti vado sempre con i piedi di piombo.
😞 Ora è arrivato il turno anche per Dropbox: licenzierà il 20% della propria forza lavoro
Posso soprassedere sul fatto che per pagare il pedaggio sul sito della Pedemontana Lombarda sia necessario effettuare almeno 2 / 3 passaggi di troppo. Ma la cosa più grave è che per poter pagare ho dovuto installare Chromium perché con Firefox oggi non c’era proprio verso… 🤬
🔗 Interesting post on how users can fight election disinformation
about.iftas.org/2024/10/2…
Escursione termica pazzesca anche oggi, a metà giornata pareva primavera inoltrata. Ad ogni modo è stata sfruttata al massimo con una bella passeggiata tra lago e collina.
AI Browser's War
One browser to rule them all.
This seems to be a kind of mantra in the tech world. Companies have been fighting for browser supremacy since 1995 (eons ago, if we are talking about software).
The point is that your browser is your door to the Web.
Not surprisingly, browsers are now implementing Artificial Intelligence features into them so they can help you get information, article summaries, and more.
The price for this is likely to be our privacy and a major change in the way we use Internet.
Fostering an open social community
I’ve made a lot of small improvements to my blog recently.
I wanted to make my blog theme more personal and give people the opportunity to share my posts and leave comments.
There’s still a lot of work to be done, but for now I’m quite happy with the results.
I believe a blog is a public space where people can come and go freely, but I want them to feel at home anyway.
A cosy place they can return to whenever they want.
Building an open social community means giving people the opportunity to share and discuss ideas and thoughts.
I think the social web is based on building connections between people and individual blogs can play a huge role in that.
Un interessante articolo sul perché il blog non è una merce da poter vendere: Blogs Are Not Commodities
Cos'è il Web intenzionale
Pochi giorni fa ho scritto qualche breve riflessione su un tema che intendo approfondire ulteriormente ovvero ciò che ho definito Web intenzionale.
Il concetto è semplice, ma neanche troppo banale. Tutte le volte che siete voi personalmente a decidere di quali contenuti fruire sul web state applicando il concetto di web intenzionale.
Quando invece è un algoritmo / intelligenza artificiale a scegliere cosa proporvi state di fatto subendo una decisione che ha fatto quel determinato algoritmo per voi sulla base delle vostre preferenze passate o di una sua analisi interna dei contenuti al fine di proporvi la risorsa più pertinente.
Nulla di male, ma il risultato è che come utenti subiamo passivamente quanto deciso da un algoritmo governato da stringhe di programmazione inserite da un informatico probabilmente all’altro capo del mondo.
Quanti contenuti interessanti e di qualità rischiamo di perderci in questo modo?
Partecipare alle discussioni di un forum online è web intenzionale, scrivere sul vostro sito personale è web intenzionale, leggere dei blog che apprezzate è web intenzionale.
Ovviamente oggi è difficile poter fare a meno degli algoritmi, tuttavia è necessario essere consapevoli del loro ruolo nel modo con cui accediamo alla rete ed occorre tenere sempre a mente che in definitiva contribuiscono a formare le nostre idee e pensieri.
Intentional web
Some weeks ago I read an interesting blog post by Manuel Moreale about “The social web”.
Manuel correctly clarifies that being social on the web does not mean you are part of the social web and that there is also a lot of misconception around IndieWeb definition.
How can we define a human web where there is no algorithmic filtering and where we can deliberately be part of?
That is the web I’m arguing for. A web that is intentional, where what you consume is curated by you and you alone, where connections with others happen because you made the conscious effort to connect. And at this point, I don’t fucking know how to call that web. Maybe “personal web”? I guess I’ll go with that from now on. - Manuel Moreale · The Social Web
I think calling it “personal web” is still confusing because even algorithms are tailored to be personal.
That said I’ve decided to use the term “intentional web” from now on.
Intentional web is the web that YOU choose to interact with:
- Having your own website and blogging on it is intentional web;
- Surfing the web personally choosing online content is intentional web;
- Following sites with RSS is intentional web.
I want to be part of this kind of web.