La ricerca tramite AI Mode di Google è giunta anche in Italia. Si tratta dell’ultimo tassello che probabilmente decreterà la fine di Internet così come l’abbiamo conosciuto sin dagli albori.
Una traiettoria che ha portato la rete libera ed indipendente creata nelle università ad un sistema controllato da Big Tech che tramite Intelligenze Artificiali proporrà delle risposte alle nostre domande raccogliendo al contempo le nostre preferenze personali.
Tutto ciò non avverrà gratis. Come già accaduto in passato stiamo barattando i nostri dati personali con l’immediatezza e la rapidità di risposta che ci stanno offrendo questi nuovi sistemi.
I miliardi spesi da questi colossi per lo sviluppo delle IA verranno da noi utenti ripagati (con gli interessi) negli anni a venire. E buona pace a chi gestisce siti web, che sia un appassionato o un professionista che lavora in una testata online. Le Big Tech hanno capito che essere in grado di offrire risposte già pronte ad un utente è un’arma potentissima, sia perché per avere risultati precisi siamo obbligati ad essere chiari nel formulare le nostre domande (e nel farlo ci facciamo profilare per bene), sia perché dare una risposta organica offrirà nuove modalità per pubblicità mirate e su misura per il singolo utente.
Allargando lo sguardo a ciò che accadrà nei prossimi anni già cogliamo quello che sarà il passo successivo a cui questi giganti del web stanno già lavorando.
Saranno gli Agenti delle Intelligenze Artificiali ad operare per noi su Internet, altro che il buon vecchio browser.
Se fino ad oggi i siti web sono stati creati per essere facilmente indicizzabili dai motori di ricerca classici e con interfacce semplici e pulite per creare una esperienza utente piacevole, in futuro quello che resterà del web sarà probabilmente ottimizzato per essere immediatamente comprensibile dalle IA e su cui gli Agenti potranno operare senza intoppi.
Un web fatto per essere utilizzato da algoritmi e non persone. Siamo sicuri che questo sia il futuro che vogliamo?